La MINDFULNESS (MF) è una specifica forma di meditazione che trae le sue radici da un’antichissima corrente del pensiero buddista, il Buddismo Theravada, e da una delle sue pratiche meditative, la Vipassana; essa si ispira anche agli insegnamenti Zen e allo Yoga.
Negli anni 70, negli Stati Uniti, un biologo e medico del Massachusetts, Jon Kabat-Zinn, decise di adottare il suddetto approccio meditativo, rivisitandolo ed adattandolo al contesto occidentale, per la promozione della salute e favorire la guarigione di diversi disturbi, tra cui quelli prodotti dallo stress. Da allora la MF ha subito diversi rimaneggiamenti teorici e tecnici ed è diventata un paradigma a sè, riscuotendo molto successo; viene utilizzata come forma di trattamento, in medicina ed in psicoterapia, non solo oltre oceano ma anche in Europa ed Italia.
I dati oggettivi e l’esperienza soggettiva di meditatori esperti dimostrano infatti che essa non solo può esercitare un’influenza molto positiva in tutti i contesti della vita quotidiana di una persona, diventando con la pratica costante un’abitudine mentale, ma è anche un efficace strumento nella cura di molti problemi psichici e fisici e nel sollievo dei sintomi connessi a malattie organiche invalidanti o croniche.
Ecco solo alcuni dei più importanti effetti neurologici e psicofisiologici della meditazione ed in particolare della MF:
- riduzione rilevante del consumo di Ossigeno (-17%);
- diminuzione significativa della Frequenza Respiratoria e di quella Cardiaca;
- aumento dell’ampiezza e della regolarità delle Onde Alfa e Theta, onde che caratterizzano uno stato mentale più tranquillo, pensieri più calmi e meno frenetici.
- regolarizzazione e normalizzazione della produzione di Cortisolo, ormone fondamentale nella gestione dello stress;
- incremento importante delle Difese Immunitarie, ad es. degli anticorpi antinfluenzali;
- aumento della Serotonina, neurotrasmettitore che ha un effetto antidepressivo rilevante, regola il senso di fame/sazietà e sincronizza il ciclo sonno-veglia;
- incremento della Dopamina, neurotrasmettitore responsabile della regolazione del piacere, delle emozioni e dell’umore; essa inoltre controlla il comportamento, il movimento, il sonno, la motivazione personale, l’attenzione, l’apprendimento, etc.;
- aumento notturno della Melatonina, ormone che ha una funzione chiave nella sincronizzazione dei ritmi biologici dell’organismo ad es. quello del sonno-veglia; essa inoltre agisce sulla digestione, la memoria, il desiderio e le prestazioni sessuali;
- riduzione, nei meditatori esperti, dell’Età Biologica rispetto all’età cronologica (si stima una diminuzione di circa 12 anni).
È basilare sottolineare che la MF non è una tecnica di rilassamento (anche se genera un importante effetto rilassante), non conduce all’astrazione o all’ascetismo né richiede che si abbracci il pensiero o la filosofia buddista, ma solo esercizio. È infatti una forma di meditazione non concettuale, universalmente accessibile e non dipende da alcun sistema di credenze, né da alcuna ideologia.
Inoltre, una volta acquisita una buona familiarità con essa, può essere utilizzata in completa autonomia, se la si usa per raggiungere un maggior benessere generale e non con obiettivi curativi/terapeutici (in quest’ultimo caso necessita la figura di uno psicoterapeuta).
La più conosciuta definizione di MF è quella di Jon Kabat-Zinn: «la CONSAPEVOLEZZA che emerge prestando ATTENZIONE INTENZIONALMENTE, nel MOMENTO PRESENTE ed in modo NON GIUDICANTE, al presentarsi dell’esperienza (e cioè agli eventi interni ed esterni a noi – pensieri, emozioni, sensazioni), MOMENTO per MOMENTO.
Essa ha, quale scopo, quello di aiutarci a sviluppare la massima consapevolezza di tutti gli stimoli sensoriali e mentali che ci attraversano nel “qui ed ora”, affinché ne cogliamo la loro vera natura: mutevole, non permanente.